31 Artists self-portraits / Living in Napoli

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A cura di Loredana Troise, edito da Rogiosi Editore, è uscito il libro “31 Artist self-portraits / Living in Napoli”. Matarese è una dei 31 artisti che si raccontano.

Il libro sarà presentato venerdì 18 dicembre alle ore 19:00 in diretta live sulla pagina facebook di Rogiosi Editore

La sinossi del libro:

“Questo libro è nato dall’amore per la nostra città e per l’arte. 

Dalla volontà di interrogarsi, attraverso un unico coro, sulle mille declinazioni di una metropoli intrigante e sfuggente, tra le meno comprese nella sua inafferrabilità. 

Perché scegliere di rimanere a Napoli? Cosa si cela dietro i pensieri di artisti che pur se spesso in transito su scenari nazionali e internazionali, hanno deciso, comunque, di vivere e lavorare in questa città?

31 Artists self-portraits / Living in Napoli, è un ritratto collettivo composto direttamente da alcuni artisti napoletani – fra i tantissimi che compongono l’ambiente artistico partenopeo – che hanno decifrato gli interstizi di una realtà urbana plurale, mobile: Napoli come campo magnetico di forze sismiche; come paesaggio dis-orientante; come luogo di creatività e scambio interdisciplinare; come centro di indifferenziato pluralismo dialettico in grado di manifestare il suo vigore e la sua forza; come possibilità d’oltrepassare la soglia delle inquietudini…

Se, come scriveva Simone Weil, “le città umane avvolgono di poesia la vita di coloro che vi abitano”, i 31 autoritratti raccolti in questo libro sono particolarmente indicativi, perché Napoli – città “umana” – nella sua contraddittorietà si rivela tessuto vivo di risorse spirituali, di rimedi contro la perdita del sé e del suo disconoscimento; perché, benché indotti a misurarsi con una forma pneumatica di espressione altra dalla loro pratica, 31 artisti hanno scritto Napoli nelle sue forme pungenti di significato, senza preconcetti né chiusure, mostrandocela in una dimensione intima e soggettiva. 

Il risultato, declinando e convergendo gli sguardi, è una stratificata great looking story, che attraverso una geografia fatta da indizi e contrappunti visivi, ha tentato di cogliere l’indole di un disegno in penombra del quale provare a rintracciare qualche linea interpretativa e mantenere vivo il dialogo culturale su Napoli”. 

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